PRESSIONI....

E LE CHIAMANO POLITICHE COMMERCIALI RESPONSABILI

Inserito il 2019-05-24 00:00:00

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PRESSIONI : . . . . E LE CHIAMANO POLITICHE COMMERCIALI RESPONSABILI E SOSTENIBILI!!!

"politiche commerciali responsabili e sostenibili, coerenti con i valori etici e di integrità fondamentali, favoriscono il raggiungimento nelle imprese degli obiettivi di produttività/redditività (...), nell’interesse comune di imprese, lavoratori e clientela" (...) " il ruolo centrale delle risorse umane e l’obiettivo comune della loro valorizzazione quale elemento indispensabile e strategico per uno sviluppo sostenibile delle banche (....)" Recita così l'Accordo nazionale sulle politiche commerciali e organizzazione del lavoro siglato l'8 febbraio 2017.

Queste sono però le dichiarazioni d'intenti... altra cosa è la realtà che si registra, con sfumature diverse, ma identici risultati, in vari contesti territoriali!

Una realtà fatta di continui e assillanti solleciti a vendere prodotti tramite mail, lync e riunioni giornaliere che sovente non tengono nemmeno conto di orari di uscita e pausa pranzo. Una realtà che si nutre di comportamenti affatto ortodossi, di richieste esasperate ed asfissianti che condizionano pesantemente il clima lavorativo incidendo in maniera esponenziale sulla dignità e il benessere psico-fisico delle Colleghe e dei Colleghi. Una realtà incentrata su questioni che hanno sempre assoluta " priorità" rispetto a tutte le altre priorità!!!

A volte sembra di avere a che fare con una sorta di ossessione il cui risultato finale produce effetto contrario, sottrae tempo, concentrazione ed energie, oltre che esacerbare gli animi e rendere insostenibile il clima aziendale. La rigida programmazione delle agende e l'utilizzo esasperato del metodo commerciale condiziona l’organizzazione del lavoro annientando le capacità individuali di analisi e di soluzione dei problemi, umiliando le capacità professionali dei gestori relegati quasi a ruolo di "piazzisti".

Questo metodo è uno delle forme più deprimenti e controproducenti di mortificazione dell’iniziativa e della professionalità di colleghe e dei colleghi che si sentono perennemente sotto accusa: o per cattiva applicazione del metodo commerciale o, perchè, nonostante la corretta e puntuale applicazione del metodo e la tenuta delle agende, non riescono ad ottenere il numero di successi richiesti.

In questo caso non è raro assistere, da parte delle diverse figure apicali, a forme di vera e propria “sottile” vessazione, lavoratori redarguiti con espressioni inaccettabili e in aperto e netto contrasto anche con quanto previsto dall’Accordo sulle politiche commerciali, sottoscritto il 3 Agosto 2018 nell’ambito della Contrattazione di Secondo Livello.

Occorre sottolineare, inoltre, che questo "metodo commerciale", legato a richieste sempre più ambiziose e a volte irraggiungibili di budget, prescinde completamente dal contesto economico e sociale di riferimento. Spesso si è costretti a fare i conti con insofferenza di una clientela che, continuamente contattata per le innumerevoli e ripetute campagne prodotto, minaccia di chiudere i conti.

Non è quindi nemmeno un problema di pressioni commerciali quanto di un'ottica aziendale miope che non tiene in nessuna considerazione le dinamiche del rapporto con la clientela che si basa, per un'efficace azione commerciale, sulla conoscenza, sulla costruzione di un rapporto di rispetto e di fiducia che però richiede tempo e professionalità. Il risultato di questa logica aziendale che lede la professionalità e la dignità delle persone, contribuisce all' incremento dello stress da lavoro, che si ripercuote inevitabilmente sulla vita privata e familiare e sulle condizioni psico-fisiche dei lavoratori.

Questa modalità di lavoro non è più sostenibile! Ricordiamo quindi, ancora una volta, a tutte e a tutti che i continui report, consuntivi e previsionali, al di fuori di quelli previsti dalle procedure aziendali, non devono essere chiesti perché non dovuti. Così come sono vietate graduatorie, comparazioni e classifiche varie che utilizzano pubblicamente i nominativi dei colleghi con finalità “competitive”, così come sono vietate le riunioni e le promozioni commerciali effettuate durante la pausa pranzo che è, invece, un diritto che non può essere arbitrariamente soppresso. Invitiamo tutti i colleghi a segnalarci qualsiasi violazione degli accordi nazionali ed aziendali che provvederemo ad inoltrare alle funzioni competenti (Uffici del Personale e casella IO SEGNALO).

E' necessario invertire la rotta al più presto se si vuole costruire valore che sia sostenibile nel tempo e che rispetti la dignità e la salute di tutti i lavoratori.

La salute e la dignità sono diritti fondamentali su cui non si può trattare, sono diritti costituzionali dell’individuo che non ammettono né sconti né riduzioni!

Lecce, 20 Maggio 2019

Rappresentanze Sindacali Aziendali Intesa Sanpaolo – Lecce e Provincia

 


 

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