Negli ultimi anni, a seguito delle varie crisi, abbiamo assistito, per citare qualche esempio, a Banca Mediolanum che ha rimborsato a 100 le obbligazioni fallite di Lehman Brothers nel 2008 e, più recentemente, Poste Italiane che ha fatto lo stesso con i fondi immobiliari collocati e crollati, immunizzando le perdite subite dai loro clienti. In entrambi i casi la colpa di queste débâcle non era certo dell’azienda e tanto meno di chi ha fatto la proposta e ha venduto ai clienti.
La campagna legata al fondo “Soluzione cedola “è semplicemente un azzeramento delle commissioni di rimborso. Decisamente troppo poco, considerando le ingenti perdite sulle scadenze di maggio e giugno 2020. Come sia possibile che un fondo con tali caratteristiche arrivi a una tale quotazione è francamente incomprensibile ed ancora inaccettabile per le decine di migliaia di clienti che lo detengono in portafoglio.
Il Responsabile Servizio Personal BDT, ha dichiarato un mese fa in webtv: “Stiamo facendo, insieme con Eurizon Capital, delle riflessioni su quelle che sono le finestre più critiche per trovare delle soluzioni che consentano di gestire al meglio la relazione con i nostri clienti”.
Quando termineranno le riflessioni? Quando si pensa di passare a concrete azioni a tutela della clientela ingiustamente penalizzata???
I colleghi della rete “ci hanno messo la faccia” e ce la mettono sempre nel collocamento dei fondi anche gestendo un post-vendita molto problematico, di fronte alla clientela giustamente inviperita; ora si va nella direzione opposta, il che lascia spazio a perplessità e il forte dubbio che emerge è che neanche la banca creda più in questi fondi e nelle possibilità di recupero!!!!!
Il collocare oggi un fondo senza commissioni di ingresso e di uscita è da considerarsi come “operazione emergenziale” oppure apre scenari differenti? Più realistici? Che venga recepita differentemente anche Mifid 2?
Problemi presenti inoltre in tanti altri prodotti di investimento classificati sempre a basso rischio e per questo presentati in riunioni con tanto di indicazioni commerciali, proposti e venduti come alternativa anche alle giacenze di conto corrente e che attualmente hanno una valutazione di mercato ben al di sotto del valore di acquisto.
Molti rappresentanti aziendali continuano ancora a “chiedere” ai gestori: “….. ma come mai i clienti non investono?? Come mai non riuscite a vendere?? Perché non ci credete??...” rivolgendosi ai colleghi, CHE VIVONO LA REALTA’ ODIERNA, con toni tutt’altro che cordiali e con terminologie tutt’altro che educative.
Nell’attesa di quotazioni più accettabili degli investimenti proposti alla clientela all’insegna del “NON FATE PERDERE OPPORTUNITA’ ALLA CLIENTELA” (ma quali opportunità? Ancora ad oggi senza concrete e sostanziali motivazioni….).
La rinuncia di una parte delle commissioni alla “Black Friday”, oppure prodotti più semplici, più comprensibili e chissà magari (anche Scelta sicura insegna) con il capitale garantito NON FAREBBERO DAVVERO MALE. Non perderemmo probabilmente AFI, masse anche gestite, alcuni responsabili perderebbero meno il self-control, guadagneremmo tutti in “salute” e sicuramente riacquisiremmo molta più CREDIBILITA’, che significa maggior SODDISFAZIONE della clientela.
CHIEDIAMO all’Azienda, anche in ottica di retention, un intervento significativo e tangibile in tempi brevi, per venire incontro ai clienti che continuano a seguirci ma la cui fiducia è pesantemente in discesa.
Gioverebbe una maggior collaborazione dei diversi responsabili, ai vari livelli, nel post-vendita, nel confronto con la clientela e ciò permetterebbe una maggior vicinanza ai colleghi che giornalmente si dedicano, si impegnano seriamente e accolgono la clientela nelle molte realtà.