In riferimento alla paventata cessione di rami d’azienda in seno alla Capital Light Bank e alle sue controllate - nella specie: PROVIS - che è indicata nel piano industriale presentato lo scorso 5 febbraio, stante la specificità del contratto di leasing e delle relative procedure di recupero dei crediti derivanti dal contratto, rappresentiamo i dubbi e le problematicità della “cessione” di crediti e dei lavoratori di PROVIS.
Il recupero di tali crediti, infatti, necessita di un'organizzazione complessa che comprende non solo l’attività legale, ma anche e soprattutto la gestione ordinaria e straordinaria dei singoli prodotti (immobili e beni strumentali) che rimangono di proprietà della Banca pur non avendone
quest'ultima il possesso.
Sulla scorta di tali peculiarità, evidenziamo le seguenti criticità che insieme ad altre determinano la nostra ferma contrarietà alla cessione:
- la società acquirente è in grado di intervenire immediatamente per il ripristino di problematiche tecniche e interventi in sanatoria? (gli eventuali abusi immobiliari hanno bisogno di sanatorie lunghe e costose)
- la società acquirente è in grado di assicurare la rimozione di materiale non a norma? (amianto) e, più in generale, di affrontare eventuali rischi ambientali connessi al mancato utilizzo dei beni in leasing?
- la società acquirente è consapevole delle responsabilità penali connesse alla violazione delle norme sulla sicurezza degli immobili o derivanti dalla circolazione di autovetture, aeromobili o imbarcazioni?
A tutela dei lavoratori, chiediamo di approfondire la materia e rivalutare la cessione.
Ribadiremo la nostra posizione in ogni occasione di confronto. Non lasceremo i colleghi senza tutele.