Il rischio, da noi evidenziato all’azienda già nel corso dell’ultimo incontro del 2017, che il parcheggio interno al Polo Tecnologico potesse risultare inadeguato a contenere tutte le vetture dei colleghi che operano all’interno del palazzo è purtroppo ormai una realtà. Le azioni messe in atto da parte aziendale per “arginare” gli ingressi non autorizzati hanno retto fintanto che hanno potuto ma è ormai evidente che non sono più sufficienti.
Proviamo a dare qualche numero: sappiamo che la capacità complessiva di tutti i parcheggi del Polo (interni al perimetro ed esterni) sfiora i mille posti. Sappiamo anche che nel palazzo lavorano quasi 1500 colleghi interni. Sappiamo, inoltre, che circa un centinaio di consulenti esterni sono autorizzati (a vario titolo) ad utilizzare i parcheggi dipendenti. Sappiamo inoltre che fra visitatori autorizzati, ditte e qualcos’altro, ci sono giornate in cui abbiamo un altro centinaio di persone presenti nel palazzo. Va da sé che i conti non tornano e ciò è reso evidente dal fatto che oramai fra le 10 e le 11 del mattino i semafori all’ingresso del parcheggio segnalano “pieno”, con la conseguenza che chi arriva dopo è costretto a parcheggiare fronte centro commerciale.
La disponibilità del servizio navette, che non hanno una capillarità dei tragitti adeguata alle esigenze dei colleghi e sono comunque inadatte per le esigenze di chi effettua i turni o debba accompagnare i figli a scuola, non è ovviamente sufficiente a risolvere il problema. La garanzia verbale dataci dall’azienda sul fatto che il parcheggio sarebbe stato adeguato alle esigenze dei colleghi si dimostra dunque disattesa. La questione “affollamento” si riverbera poi nella funzionalità del servizio mensa (abbiamo oramai superato i 1200 coperti giornalieri) con evidenti ricadute sulla logistica: difficoltà di trovare un posto per sedersi e consumare il pasto, trovare stoviglie pulite disponibili o linee di distribuzione pronte al servizio e nella sicurezza nel suo complesso, per non parlare poi della pulizia di uffici e bagni che comincia a patire il problema.
Sappiamo che è difficile trovare soluzioni “strutturali” immediate. Cosa fare quindi? Nella speranza che i prossimi esodi di Aprile e Giugno riducano il numero di lavoratori all’interno del palazzo, diventa necessario trovare soluzioni transitorie.
Noi, come Organizzazioni Sindacali proponiamo in primis: maggior ricorso al lavoro flessibile, magari sensibilizzando i responsabili a concederlo secondo le modalità previste dalla normativa riducendo alcune restrizioni che vediamo applicare in qualche ufficio o da qualche COA; accelerare la dotazione dei pc portatili ai colleghi della DCO in modo da permettere a quest’ultimi di poter accedere al lavoro flessibile; bloccare temporaneamente le autorizzazioni in capo ai consulenti esterni (salvaguardando le situazioni di vera necessità come, ad esempio, i colleghi titolari di 104 o diversamente abili); sensibilizzare i responsabili operativi a chiedere, ove possibile, che i fornitori svolgano le loro attività in remoto dalla propria sede di lavoro; estensione dell’orario della mensa fino alle 14:30.
Ricordiamo anche come la possibilità di lavorare in smart working si può rivelare preziosa per l’azienda stessa, in occasione di eventi che rendano inagibile o irraggiungibile la struttura (vedasi l’alluvione del 2015), e che l’azienda stessa ci evidenzia come i risultati dello smart working, anche in termini di produttività, siano di assoluta soddisfazione.
Insomma, bisogna agire. Noi siamo disponibili a discuterne e trovare soluzioni rapide; siamo convinti che lo sia anche l’azienda.
Moncalieri 25 gennaio 2018
RSA ISGS Moncalieri
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