Quaranta minuti di replica interrotta più volte da fragorosi applausi: un’analisi lucida di tutti i pericoli scampati dalla categoria, grazie alla firma del nuovo Contratto di Lavoro, che adesso sarà sottoposto al vaglio dei lavoratori, ma anche la definizione della rotta da seguire per il prossimo futuro e gli obiettivi da centrare nei prossimi mesi, densi di cambiamenti, complici le nuove fusioni, una possibile riforma delle rappresentanza e l’avanzamento dell’online e di nuove forme d’intermediazione creditizia.
Così il Segretario Generale ha voluto chiudere l’ultima giornata di lavori del 121° Consiglio Nazionale della FABI, parlando e rispondendo ai circa 2mila delegati sindacali presenti a Roma, nel centro congressi dell’Ergife.
“Abbiamo ottenuto un risultato importante, nonostante un contesto normativo nazionale di continuo degrado, ed il valore di questo Contratto va oltre la nostra stessa categoria. Siamo gli unici ad aver resistito”, ha esordito Sileoni, facendo riferimento all’ipotesi di rinnovo contrattuale da poco sottoscritta.
“L’accordo è equilibrato, affronta i problemi dell’occupazione, con particolare riferimento a quella giovanile. Introduce elementi di carattere sociale, preserva i confini dell’area contrattuale, quella che le banche volevano eliminare.
Prevede una valenza contrattuale di quattro anni e assegna aumenti economici di 85 euro, pur in un momento di deflazione”.
Sileoni ha poi sottolineato come l’allungamento della valenza del Contratto sia garanzia di stabilità per la stessa categoria, in vista della rivoluzione che interesserà al settore. “I prossimi rinnovi saranno, infatti, sempre più difficili e dovremmo sputare sangue per ottenerli”.
Poi una frecciata all’ABI. Altro che lo “0 a 0” dichiarato da Profumo, secondo il quale la “partita” contrattuale si sarebbe conclusa con un pareggio tra istituti di credito e controparte sindacale. “Tutti gli obiettivi politici delle banche sono stati sconfitti e la rivoluzione dell’ABI si è trasformata in una restaurazione. La guerra santa contro TFR, scatti, EDR, inquadramenti e area contrattuale è stata rispedita al mittente”.
Perché il contratto va approvato.
Ma la battaglia, ha ricordato il leader della FABI, non è ancora vinta del tutto, perché prima occorre che l’ipotesi d’accordo sia approvata dai lavoratori nelle assemblee.
“Se il Contratto non passerà, la disapplicazione sarà automatica”, ha avvertito, “Con conseguenze gravissime per i lavoratori”. Disapplicare l’architettura contrattuale nazionale significherebbe cancellare tutta quella serie di tutele che da anni fanno parte del patrimonio di diritti dei lavoratori bancari: scatti d’anzianità, contratti aziendali e tutto ciò che ne deriva, premio aziendale, straordinari, orario di lavoro, area contrattuale, ammortizzatori sociali e tanto altro.
Da qui l’invito ai dirigenti sindacali ad andare alle assemblee “come una falange macedone, per difendere il nostro presente e il nostro futuro”.
Il contratto, un paracadute contro gli esuberi.
Il valore del Contratto, tuttavia, non si esaurisce nel presente, ma si manifesterà soprattutto nel prossimo futuro, con l’inizio delle fusioni e la concorrenza sempre più aggressiva di operatori non bancari che, attraverso i big data, le nuove tecnologie e i “lending club”, aggrediranno quote di mercato alle banche nell’attività d’intermediazione creditizia. Processi che inevitabilmente causeranno nuovi esuberi. Tagli che, però, potranno essere gestiti e governati grazie al nuovo Contratto, dove volutamente l’aspetto sociale ha un ruolo preponderante, con il rafforzamento degli ammortizzatori di categoria e dell’area contrattuale.
“Senza un Contratto Nazionale, avremmo affrontato le prossime fusioni senza strumenti e norme a tutela dei lavoratori”, ha riconosciuto Sileoni.
Con le nuove fusioni, infatti, “più esuberi saranno portati a buon fine, più il valore della nuova banca aumenterà. Ecco perché dovremo, con attenzione, vigilare ed intervenire. Ecco ancora un caso clamoroso e significativo che valorizza politicamente l’accordo sul nuovo Contratto Nazionale.
Infine, un accenno alla nuova riforma della rappresentanza sindacale, che il Governo ha in cantiere e che dovrà essere gestita al meglio per evitare che abbia ricadute negative sulle agibilità sindacali con penalizzazioni per il diritto dei lavoratori a essere legittimamente rappresentati. Una legge ancora in standby, come spiegato dal giuslavorista Stefano Giubboni, intervenuto al termine della replica, la cui evoluzione però andrà monitorata nei prossimi mesi.
“Adesso”, ha concluso Sileoni, “dovremmo continuare a essere un sindacato determinato e duro, pronto a respingere ogni tentativo di rivalsa”.
In ultimo un appello ai dirigenti della FABI. “Se la categoria è salva è grazie a noi. Gridatelo forte nelle assemblee”.
Mozione finale
Al termine della giornata i delegati sindacali hanno approvato all’unanimità la Mozione Finale e gli Ordini del giorno, e hanno espresso apprezzamento per l’ipotesi d’accordo sul contratto siglata dalle Segreterie Nazionali, auspicando un positivo rinnovo anche per il settore delle BCC.
Roma 30/04/2015
IL VIDEO DEL 121° CONSIGLIO DIRETTAMENTE DA FABI TV