ISGS NAPOLI

Brasov atto secondo : rilfessioni

Inserito il 2014-11-10 00:00:00

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A TUTTE LE COLLEGHE E A TUTTI I COLLEGHI

 

Le posizioni esplicitate dall’ABI, rispetto all’area contrattuale, con sostanziali modifiche degli Artt. 2 e 3 (che riguardano le attività che richiedono specifica regolamentazione nonché quelle appaltabili) e la manifesta volontà di demansionamento (mascherata da fungibilità) hanno creato fortissime tensioni al tavolo di trattativa per il rinnovo del CCNL, in quanto ne snaturano completamente la funzione. Il nuovo modello organizzativo delle Aziende che ne scaturirebbe, e che prevede addirittura il ricorso al lavoro autonomo, è assolutamente inaccettabile da parte delle OOSS, che già hanno dichiarato intenti bellicosi.

Ebbene, nell’episodio di Brasov leggiamo un’inopportuna fuga in avanti di Intesa SanPaolo.

La ovvia e laconica risposta aziendale, che giustifica lo spostamento delle attività di Pignoramento sul territorio rumeno: si tratta di gestire picchi straordinari di lavoro (motivazione peraltro già sentita a suo tempo per i Bonifici) è irricevibile.

Non si tratta, infatti, di una mera scorrettezza nelle Relazioni Industriali (sulla quale non vogliamo neanche intrattenerci!) ma di una ben più grave pecca nella complessiva gestione delle attività lavorative. 

Una dirigenza accorta non poteva non considerare le ricadute sulla struttura napoletana a seguito della chiusura di due Poli preposti ai Pignoramenti: c’è allora la volontà di creare picchi di lavoro?

Una domanda sorge spontanea: queste lavorazioni non potevano essere redistribuite sugli altri Poli di ISGS (l’addestramento che si sta facendo in Romania si poteva ben fare in Italia!). Inoltre, se è una “emergenza” durerà pochi giorni? Quanto, una settimana? E quanto costerà all’Azienda? E’ stata rispettata la Privacy? Paradossalmente (?) alla struttura di Napoli è stato chiesto di creare una Task Force per gli Accertamenti Bancari (anch’essi in emergenza) e poi la struttura stessa deve cedere lavoro all’estero?

Le inopportune riorganizzazioni passate (vedi Mutui e, riteniamo a breve, Estero Specialistico) ci fanno temere della gestione di tutti i poli di ISGS, non solo di quello napoletano.

Ricordiamo che un alto Dirigente Aziendale poco tempo fa ha manifestato l’intento di rendere “appetibile” ISGS anche agli altri colleghi del Gruppo, in modo da favorire osmosi tra le strutture ma, così facendo, viene fornita un’immagine di precarietà che sicuramente non aiuta il giusto processo di valorizzazione delle attività svolte in ISGS.

Come lavoratori siamo stanchi di subire e inseguire le “emergenze”, è da tempo che invochiamo un’inversione di tendenza nella gestione, auspicando una migliore pianificazione e un modello organizzativo più consono alla realtà dei Poli.

 

Napoli, 10 novembre 2014

 

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