Lunedì 13 ottobre Parma è stata colpita dall’alluvione. La zona più colpita è stata quella in cui ha sede la nostra unità produttiva ed ovviamente il quartiere in cui risiedono tanti colleghi.
Danni ingenti, acqua e fango da spalare per giorni, rabbia per le opere di messa in sicurezza che si sarebbero dovute fare e non sono state fatte. Unica nota positiva la solidarietà operosa dimostrata dalla città in favore delle famiglie colpite.
Solidarietà che però non alberga nell’Area di Governo di Intesa Sanpaolo. La capogruppo ha adottato, così come in casi analoghi – vedi terremoto in Emilia, vedi Genova -, un protocollo normativo che non riconosce alcun permesso retribuito ai colleghi che hanno dovuto assentarsi dal lavoro – chi ha spalato fango dalla casa, cantina o garage, chi si è trovato con asili e scuole chiuse, ecc.
Il ragionamento addotto è quello per cui, essendo agibile e raggiungibile pur con difficoltà la nostra sede di lavoro, l’assenza è sì giustificata ma la copertura è a carico del lavoratore attraverso l’utilizzo di qualsiasi tipologia di permesso (ferie, bore, proc, autogestione per i QD, ecc.) oppure la concessione di permessi non retribuiti. Ovviamente Parma non fa eccezione. Non verranno coperte con permessi retribuiti nemmeno le uscite anticipate di lunedì pomeriggio.
Sappiamo tutti che non è stato dato alcun allarme dalle istituzioni ma, se questo fosse arrivato, la procedura prevede la chiusura dei cancelli ed il posizionamento dei lavoratori ai piani più alti dei palazzi e non l’uscita dalla struttura.
Subire danni e vedersi decurtare lo stipendio a fronte di permessi è il massimo dello scherno.
Concetti come sostegno e partecipazione, benessere sul luogo di lavoro, riconoscimento del lavoratore in quanto persona colpita economicamente e moralmente, in alcuni casi disperazione in quanto si è perso tutto, da questa azienda non sono concepiti.
Eppure il Codice Etico di ISP esprime con forza e chiarezza principi sacrosanti di rispetto per le persone, ascolto e dialogo, coesione spingendosi a scrivere “promuoviamo iniziative di solidarietà per sostenere i colleghi in difficoltà e per finalità socialmente rilevanti”.
I colleghi chiedevano soltanto qualche ora di tempo, un modesto segnale di sostegno morale di fronte allo sconforto ed alla desolazione.
Sicuramente l’Azienda avrebbe fidelizzato molto più i lavoratori riconoscendo il loro stato di disagio piuttosto che con l’iniziativa di azionariato diffuso Lecoip.
Auspichiamo quindi che nei prossimi giorni l’Azienda, in altri modi, magari anche attraverso erogazioni della propria Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus, possa contribuire a risarcire il costo dei danni subiti dai colleghi.
Sempre riprendendo un pensiero già espresso in occasione della trimestrale: ”se questo è il nuovo corso…”
Per contro, come nota positiva, venerdì scorso è partita fra i colleghi una raccolta fondi, ticket pasto e contanti, per consegnare al punto di raccolta delle Piccole Figlie panini e acqua, preparati dalle dipendenti della Camst presso in nostro Polo. Lo scopo è quello di sostentare i volontari che aiutano a spalare fango, nelle zone ancora in difficoltà, per tutto il periodo necessario al ripristino delle “normalità”.
Un grazie da parte nostra.
Parma, 22 ottobre 2014
R.S.A. Intesa Sanpaolo Group Services - Polo di Parma
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